Il Centro La Pira, in rete con altre otto ONG di diverse sponde del Mare Nostrum, formerà 180 project manager che lavorano con i giovani in “M.E.D.I.T.erraNEW”, un progetto Erasmus Plus

Di Madeleine Ruiz

29/02/2024

Cosa significa per il Centro la Pira partecipare in questo nuovo anno 2024 a M.E.D.I.T.erraNEW” un progetto Erasmus Plus di livello intercontinentale? Per saperne di più abbiamo intervistato Simona Geli, responsabile dell’area progetti del Centro.

Partiamo per un viaggio sul nostro Mar Mediterraneo e ci imbattiamo in un progetto collettivo di grande valore, al quale il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira partecipa attivamente a partire da questo nuovo anno 2024, chiamato: “M.E.D.I.T.erraNEW: Mediation, Emotions, Dialogue, Interculturality, Talents to foster youth social inclusion in the Mare Nostrum” Mediazione, Emozioni, Dialogo, Interculturalità, Talenti per favorire l’inclusione sociale dei Giovani nel Mare Nostrum”; un progetto sostenuto dal programma europeo Erasmus Plus, che mira a favorire il consolidamento della pace e lo scambio culturale tra giovani provenienti da diversi Paesi di Europa, Africa e Medio Oriente.

Successivamente, il 16 e 17 febbraio, abbiamo fatto tappa a Firenze, dove è stato organizzato un kick off presso la Sala Teatina del C.I.S. Giorgio La Pira, al meeting hanno partecipato i rappresentanti di otto organizzazioni sociali, tra cui: New Humanity (Italia); Fondazione Igino Giordani (Spagna); Humanitè Nouvelle (Libano); United World for social services (Egitto); Cooperativa Gen Rosso (Italia); Azione Famiglie Nuove (Italia); Udruga Za Ekonomiju Zajednistva (Associaz. per l’Economia di comunione, Croazia) e Fonds Focolari Actions Solidarité (Francia); tutti riuniti per continuare a dare concretezza alla visione di “costruire un laboratorio pedagogico di pace e dialogo nell’area del nostro Mar Mediterraneo”, motivo per cui è nato questo progetto, come ci ha raccontato Simona Geli, responsabile dei progetti della fondazione ospitante e che abbiamo intervistato per conoscere più nel dettaglio gli obiettivi di “M.E.D.I.T.erraNEW”, che ha aggiunto: “questo tema è stato per loro di particolare interesse, soprattutto in un momento in cui il Medio Oriente è di nuovo in una fase di conflitto armato che colpisce la popolazione civile, molte famiglie e molti bambini”, richiedendo azioni urgenti e congiunte di fratellanza tra i popoli.

Sono molti i chilometri e le distanze che separano le persone che fanno parte di queste organizzazioni, eppure questo non è stato un ostacolo a collaborare per una causa comune, per cui abbiamo voluto sapere: cosa le ha spinte a unirsi e a proseguire lungo un unico percorso? Simona ha sottolineato come tutti i soggetti coinvolti abbiano “lavorato con i giovani, in particolare con quelli che hanno avuto un’esperienza di immigrazione” e che, allo stesso tempo, condividono una visione unica, quella che attribuisce “l’importanza all’istruzione e alla formazione” come veicoli per la “costruzione di un mondo unito”. C’è un’altra espressione, un altro linguaggio, più estetico, potente, capace di plasmare e trasmettere emozioni diverse, quello che dà “consapevolezza che l’arte, ad esempio, è un linguaggio capace di superare le barriere dovute alla diversità linguistica e culturale, e che esperienze come il volontariato sono un’opportunità di inclusione sociale e di sviluppo di competenze fondamentali per la cittadinanza attiva”.

L’atmosfera era come quella della primavera, ma in realtà in pieno inverno… e questo incontro ha permesso ai partecipanti di sperimentare un clima di reciprocità, di dialogo e di apertura di ogni opinione espressa. Non poteva essere altrimenti, perché uno dei grandi risultati di questo tipo di progetti, in cui la persona è al centro delle decisioni, è proprio quello di “lavorare insieme in un processo di apprendimento reciproco da cui tutti escono più motivati e più fiduciosi che le grandi sfide dello sviluppo sostenibile possono essere affrontate solo attraverso la cooperazione”.

Proseguendo, volevamo sapere nel dettaglio, qual è il legame di “M.E.D.I.T.erraNEW” con Erasmus?, si sottolinea che è stato possibile dare forma a questo progetto grazie al “finanziamento del programma europeo Erasmus Plus Youth, che promuove l’inclusione, la diversità e la cittadinanza attiva tra i giovani”, principi che si ricollegano direttamente ad altri scopi dei partner, quali: “sostenere la mobilità e lo scambio di esperienze che portano all’apprendimento reciproco e alla collaborazione”.

Nel corso dei suoi 46 anni di vita, il Centro La Pira è stato attore e parte di molti altri progetti a livello locale e nazionale, per cui abbiamo voluto capire il ruolo che “M.E.D.I.T.erraNEW” rappresenta oggi per il Centro e ci siamo chiesti se è la prima volta che viene coinvolto in un progetto europeo, quali sfide e opportunità si presentano?. “Sì, e si tratta di una responsabilità, ma anche di una grande opportunità di raccontare il valore e le buone pratiche di queste associazioni che lavorano quotidianamente sul campo per l’integrazione, dialogo e la valorizzazione dei giovani che hanno avuto esperienze di migrazione e di sostenerle affinché possano essere adattate e replicate in altri contesti per raggiungere un numero sempre maggiore di giovani”.

Una volta approdati su un terreno solido, le aspettative crescono e le domande non finiscono, come ad esempio: quali saranno i possibili risultati? o cosa ci si aspetta da questo sforzo?, la responsabile ha chiarito che l’obiettivo principale è “condividere esperienze e produrre un creation kit che sarà un manuale per formatori ed educatori che vogliono progettare interventi educativi interculturali con i giovani tra i 13 e i 17 anni delle scuole superiori che hanno fatto esperienza di migrazione e che sarà accessibile on line”. Al contempo, “formare” questi “formatori”, attraverso “tre visite di scambio che avranno luogo a Roma, Firenze-Loppiano e Beirut per 18 educatori e si faranno dei veri e propri affiancamenti durante lo svolgimento di laboratori per promuovere lo scambio e contaminarsi reciprocamente”.

Il Centro La Pira, per esempio, condividerà con gli altri partner, la buona pratica del progetto Crescendo, un intervento educativo che viene portato avanti da cinque anni nelle classi IV e V delle scuole superiori fiorentine. Si tratta di un percorso di educazione alla cittadinanza attiva, alla pace e al dialogo che ha dimostrato grande interesse di studenti, famiglie e professori. Il grande valore di questo progetto è centrato sul coinvolgimento di una squadra di studenti ed ex studenti universitari internazionali che si sono formati al Centro e sono parte attiva della comunità. I formatori, dopo un percorso di preparazione, sono i protagonisti dell’incontro con i ragazzi e le ragazze delle scuole, affrontando tematiche di educazione civica, portando uno sguardo di interculturalità e dialogo, a partire dalla propria realtà sociale di origine e dall’esperienza diretta della migrazione vissuta. I loro paesi di origine sono vari, per citarne alcuni: Palestina, Colombia, Congo, Marocco, Egitto, Cina, Gabon, Afghanistan, Ucraina. L’incontro tra i formatori e gli studenti delle scuole è un’opportunità sia per gli studenti che per i formatori di vivere un’esperienza diretta di dialogo interculturale”.

Questo progetto parallelo rappresenta anche un’opportunità professionale, in quanto molti formatori hanno concluso o stanno svolgendo studi pedagogici o internazionali affini all’esperienza di Crescendo. Ed anche gli atri partner avranno l’opportunità di offrire le loro esperienze a contatto con i giovani, nel campo della conoscenza del sé e gestione delle emozioni, nello sviluppo della creatività e delle competenze artistiche, nelle tecniche di risoluzione dei conflitti e di educazione alla pace, in campo sociale con l’approfondimento di percorsi di cittadinanza e partecipazione. La presenza di Paesi delle diverse sponde del Mediterraneo, garantirà un’articolazione a un arricchimento reciproco e maturerà proposte di intervento integrante, rivolte ai giovani sulla questione delle sfide globali.

“M.E.D.I.T.erraNEW” dove si svolgerà e quale sarà la sua durata? avrà luogo in tutti i paesi partner e avrà una durata di due anni, perciò si pensa alle prossime fasi per garantire la sua continuità e sostenibilità, convinti che si tratta di un primo passo di una strada a cui i soci partner vogliono dare priorità.

Non possiamo finire questo viaggio senza scavare in profondità su quale impatto avrà e su chi?, Simona ha sottolineato che “lavorare nell’ambito dell’inclusione sociale dei giovani richiede tante competenze di settore ma anche competenze trasversali, le soft skills, che non possono essere acquisite nei percorsi scolastici e universitari, ma che richiedono esperienze cosiddette “non formali”.

“Il progetto vuole favorire la crescita di competenze degli educatori e formatori che lavorano con i giovani, per cui si svolgeranno: “6 moduli di formazione on line per 180 project manager su metodologie per la valutazione d’impatto sociale: Progettazione e advocacy, Esperienze di volontariato internazionale, Comunicazione istituzionale, Sfida globale alle migrazioni e Strumenti digitali inclusivi, nonché, la contaminazione tra esperienze diverse, che si arricchiranno per essere sempre più efficaci, ma soprattutto la creazione di un laboratorio pedagogico che vorremmo diventasse permanente”.

“Ci aspettiamo una ricaduta concreta sulla qualità delle attività che le organizzazioni svolgono e l’aumento del numero di persone che riusciamo a coinvolgere. Per esempio, abbiamo come obiettivo che almeno 4 organizzazioni su 9 diano avvio ad attività di servizio civile internazionale”.

Per augurarvi uno scenario sempre più stimolante e positivo, ritroviamo in Giorgio la Pira (1904-1977) l’occasione giusta per mettere in rilievo alcuni degli suoi argomenti più che mai attuali e alla radice di una realtà in trasformazione, quando si combatte in questo modo per la pace nel Mediterraneo. Pertanto, accogliamo con fiducia le parole di Maurizio Certini (2022) su La Pira:

              “La Pira attento ai segnali della storia, aveva peraltro colto nel Mediterraneo una precisa vocazione alla pace: l’occasione d’incontro tra i popoli delle sue rive, popoli che appartengono a tre grandi civiltà radicata in Abramo – la Famiglia di Abramo come lui chiamava ebrei, cristiani e musulmani -.

Popoli che, se messi in dialogo, possono aprire un percorso storico nuovo, un “nuovo umanesimo possibile” e avviò a Firenze quei Colloqui Mediterranei, insieme agli altri Convegni internazionali che lui costruiva con grande impegno da eccezionale tessitore di relazioni quale era, e che incisero molto sulla politica internazionale volta alla pace”.